La villa di Argiano vanta una storia antica: le sue origini risalgono all’epoca rinascimentale quando venne edificata sulla sommità di un colle, nel versante occidentale di Montalcino. La villa rimase alla famiglia Pecci per alcuni decenni fino a giungere nel 1992 alla contessa Noemi Marone Cinzano.
Le antiche cantine sottostanti la villa restano il gioiello più prezioso di Argiano. Qui sin dal '500 i vini possono soggiornare ad una temperatura e un'umidità costanti e in assenza di luce e rumori. L'invecchiamento avviene in fusti di rovere di piccole e medie dimensioni, a cui sono state affiancate delle barriques francesi che consentono ai vini un'estrazione più morbida ed equilibrata. Nel 2000 è stata aggiunta un'ala nuova alla cantina di vinificazione ed un moderno laboratorio di analisi, con attrezzature all'avanguardia per continuare la ricerca di qualità assoluta. La vinificazione viene fatta utilizzando una moderna metodologia in tini di acciaio con temperatura rigorosamente controllata.
La Storia di Argiano: Testimonianza del Grande Prestigio e della Tradizione del Montalcino
Argiano, situato nella meravigliosa regione del Montalcino in Toscana, rappresenta una delle realtà vitivinicole più importanti e prestigiose d'Italia. Il nome dell'azienda è legato alla storia del territorio, e si ritiene che derivi dai primi insediamenti in epoca romana: "Ara Jani", riferito al dio Giano. Un'altra possibile origine potrebbe essere quella di "luogo sul fiume Orcia", conosciuto anticamente come "Orgia" e quindi Argiano.
La Storia di Argiano nel XVI secolo
La storia di Argiano prende una svolta inaspettata nel XVI secolo con la caduta dei Tolomei in favore della nobile famiglia Pecci di Siena e con la costruzione tra il 1580 e il 1596 della loro magnifica villa, esempio di dimora signorile del XVI secolo. Il nome della villa, Bell'Aria, fu scelto quando i Pecci decisero di costruirla sulla sommità del colle, lasciando il nucleo originario del castello per la qualità dell'aria.
La Produzione di Vino ad Argiano
Grazie alla costruzione della cantina, contemporaneamente, circa quattro secoli fa, nasceva ad Argiano la produzione del vino. Nel manoscritto del 1616 di Bartolomeo Gherardini, revisore generale di Siena, per il Granduca Cosimo III de' Medici si fa riferimento anche alla produzione di olio.
La Gestione Delle Diverse Famiglie Nobili
Nel corso dei secoli l'azienda è passata nelle mani di diverse famiglie nobili fino ad arrivare alla brillante gestione di Doña Ersilia Caetani Lovatelli, che ha promosso i prodotti Argiano nei migliori salotti dell'epoca. Erano così famosi che il sommo poeta Carducci li rese omaggio nei suoi versi: “nella qual asprezza mi tersi col vin d'Argiano, il quale è molto buono…”
Le Medaglie d'Oro di Argiano
Argiano vinse la medaglia d'oro alla Fiera Gastronomica di Bruxelles del 1932 per i vini pregiati da tavola e da dessert e nel 1935 fu inserito tra i vini della Mostra Mercato dei Vini Tipici d'Italia. Nel 1967 Argiano ha fatto la storia con il Brunello di Montalcino, giocando un ruolo da protagonista come azienda fondatrice nella nascita del Consorzio.
La Gestione Contemporanea dell'Azienda
Nel 1992 l'azienda è passata da Caetani Lovatelli alla Contessa Noemi Marone Cinzano, che ha introdotto significative innovazioni nella gestione dell'attività vitivinicola e ha riportato in auge il nome Argiano. Insieme alla contessa arrivò l'enologo di fama mondiale, Giacomo Tachis, un partner impareggiabile che avrebbe poi contribuito a creare Solengo, il grande Supertuscan di Montalcino.
E poi arriviamo ai giorni nostri, con il passaggio di proprietà nel 2013 e la gestione dell'azienda nelle mani di Bernardino Sani, che dal 2015 ha iniziato anche a firmare i vini.
L'impegno di Argiano per la Sostenibilità
Dal 2019 Argiano è la prima azienda vinicola plastic free a Montalcino. Tutta la plastica monouso è stata eliminata. L'idea è stata ispirata da un modello ciclico, un approccio basato sulla differenziazione dei rifiuti che segue la Regola del Reso ovvero il riutilizzo dei prodotti scartati dall'azienda (come scarti e tralci di vite), e rispetta le 4R per l'ambiente: Riduci, recupera, ricicla e riutilizza.
Argiano pratica un metodo di agricoltura biologica e sostenibile. Crede nell'equilibrio della biodiversità e lavora per ottenerla utilizzando tecniche di concimazione del suolo, attraverso tannini di castagno, propoli e zeolite, con l'utilizzo di alghe. Non sono ammessi insetticidi. Vengono invece utilizzate tecniche di confusione sessuale e rilascio di insetti nemici. Il progetto "ape", che colloca gli alveari in prossimità dei vigneti, è rafforzato dall'utilizzo delle micorrize e dalla microzonazione. La seconda, che comprende diverse microzone all'interno del tracciato di un unico vigneto, consente, in particolare, approcci specifici e mirati.
Il Vino di Argiano
Il vino di Argiano rappresenta l'eccellenza della tradizione toscana. I vitigni principali sono il Sangiovese, il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Petit Verdot. Il Brunello di Montalcino rappresenta il vino simbolo dell'azienda, di grande personalità e struttura. Il Brunello di Montalcino di Argiano è in grado di affrontare lunghi periodi di invecchiamento, mantenendo intatto il suo fascino e la sua complessità.
Oltre al Brunello di Montalcino, l'azienda produce altri vini di grande pregio, come il Rosso di Montalcino, il Non Confunditur, il Solengo e il Suolo. Il Rosso di Montalcino è un vino giovane e fresco, caratterizzato da una grande intensità di colore e profumo. Il Non Confunditur, un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, è un vino di grande eleganza e struttura. Il Solengo, il grande Supertuscan di Montalcino, è un vino di grande complessità, ottenuto dall'assemblaggio di varietà internazionali e locali. Infine, il Suolo, il vino più giovane dell'azienda, è un blend di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon, caratterizzato da una grande freschezza e immediatezza.
Conclusioni
In conclusione, Argiano rappresenta una realtà vitivinicola di grande prestigio e tradizione, che ha saputo evolversi nel corso dei secoli, mantenendo sempre un alto livello di qualità e innovazione. Grazie alla gestione attenta e sostenibile dell'azienda, Argiano si impegna a proteggere l'ambiente e a promuovere la biodiversità del territorio. I vini prodotti da Argiano sono l'espressione di una terra generosa e di una passione per il lavoro ben fatto, che si traduce in una grande qualità e personalità dei prodotti.
Argiano fa parte della storia del Montalcino e ne testimonia il grande prestigio e la tradizione. Si ritiene che il nome derivi dai primi insediamenti in epoca romana: 'Ara Jani', riferito al dio Giano. Un'altra possibile origine potrebbe essere quella di 'luogo sul fiume Orcia', conosciuto anticamente come 'Orgia' e quindi Argiano.
La storia di Argiano prende una svolta inaspettata nel XVI secolo con la caduta dei Tolomei in favore della nobile famiglia Pecci di Siena e con la costruzione tra il 1580 e il 1596 della loro magnifica villa, esempio di dimora signorile del XVI secolo. Il nome della villa, Bell'Aria, fu scelto quando i Pecci decisero di costruirla sulla sommità del colle, lasciando il nucleo originario del castello per la qualità dell'aria.
Grazie alla costruzione della cantina, contemporaneamente, circa quattro secoli fa, nasceva ad Argiano la produzione del vino ad Argiano. Nel manoscritto del 1616 di Bartolomeo Gherardini, revisore generale di Siena, per il Granduca Cosimo III de' Medici si fa riferimento anche alla produzione di olio.
Nel corso dei secoli l'azienda è passata nelle mani di diverse famiglie nobili fino ad arrivare alla brillante gestione di Doña Ersilia Caetani Lovatelli, che ha promosso i prodotti Argiano nei migliori salotti dell'epoca. Erano così famosi che il sommo poeta Carducci li rese omaggio nei suoi versi: “nella qual asprezza mi tersi col vin d'Argiano, il quale è molto buono…”
Argiano vinse la medaglia d'oro alla Fiera Gastronomica di Bruxelles del 1932 per i vini pregiati da tavola e da dessert e nel 1935 fu inserito tra i vini della Mostra Mercato dei Vini Tipici d'Italia. Nel 1967 Argiano ha fatto la storia con il Brunello di Montalcino, giocando un ruolo da protagonista come azienda fondatrice nella nascita del Consorzio. Nel 1992 l'azienda è passata da Caetani Lovatelli alla Contessa Noemi Marone Cinzano, che ha introdotto significative innovazioni nella gestione dell'attività vitivinicola e ha riportato in auge il nome Argiano. Insieme alla contessa arrivò l'enologo di fama mondiale, Giacomo Tachis, un partner impareggiabile che avrebbe poi contribuito a creare Solengo, il grande Supertuscan di Montalcino.
E poi arriviamo ai giorni nostri, con il passaggio di proprietà nel 2013 e la gestione dell'azienda nelle mani di Bernardino Sani, che dal 2015 ha iniziato anche a firmare i vini.
Dal 2019 Argiano è la prima azienda vinicola plastic free a Montalcino. Tutta la plastica monouso è stata eliminata. L'idea è stata ispirata da un modello ciclico, un approccio basato sulla differenziazione dei rifiuti che segue la Regola del Reso ovvero il riutilizzo dei prodotti scartati dall'azienda (come scarti e tralci di vite), e rispetta le 4R per l'ambiente: Riduci, recupera, ricicla e riutilizza.
Argiano pratica un metodo di agricoltura biologica e sostenibile. Crede nell'equilibrio della biodiversità e lavora per ottenerla utilizzando tecniche di concimazione del suolo, attraverso tannini di castagno, propoli e zeolite, con l'utilizzo di alghe. Non sono ammessi insetticidi. Vengono invece utilizzate tecniche di confusione sessuale e rilascio di insetti nemici. Il progetto "ape", che colloca gli alveari in prossimità dei vigneti, è rafforzato dall'utilizzo delle micorrize e dalla microzonazione. La seconda, che comprende diverse microzone all'interno del tracciato di un unico vigneto, consente, in particolare, approcci specifici e mirati.