Colore: Giallo paglierino di media intensità. Olfatto: Intenso e fragrante con bouquet incentrato principalmente sulla frutta a polpa bianca e con accenni di agrumi e frutta secca. Gusto: Al palato si alternano freschezza e sapidità e si ritrovano i sentori agrumati percepiti al naso.
C’era una volta, tanto tempo fa, quando le vigne s’intrecciavano con le leggende e il vino nasceva più da magia che da scienza, un popolo che parlava col vento e con la terra. In una valle nascosta tra le dolci colline della vecchia Champagne, i vignaioli usavano un’arte antica, tramandata a voce sotto il sole cocente e le lune piene. La chiamavano semplicemente “il modo dei nonni”, ma oggi il mondo la conosce come Metodo Ancestrale, o per i francesi, Pétillant Naturel.
C’era una volta, tanto tempo fa, quando le vigne s’intrecciavano con le leggende e il vino nasceva più da magia che da scienza, un popolo che parlava col vento e con la terra. In una valle nascosta tra le dolci colline della vecchia Champagne, i vignaioli usavano un’arte antica, tramandata a voce sotto il sole cocente e le lune piene. La chiamavano semplicemente “il modo dei nonni”, ma oggi il mondo la conosce come Metodo Ancestrale, o per i francesi, Pétillant Naturel.
C’era una volta, tanto tempo fa, quando le vigne s’intrecciavano con le leggende e il vino nasceva più da magia che da scienza, un popolo che parlava col vento e con la terra. In una valle nascosta tra le dolci colline della vecchia Champagne, i vignaioli usavano un’arte antica, tramandata a voce sotto il sole cocente e le lune piene. La chiamavano semplicemente “il modo dei nonni”, ma oggi il mondo la conosce come Metodo Ancestrale, o per i francesi, Pétillant Naturel.
Nicola, emigrante farese a Buenos Aires. È un “asadores de las calles”. Testa bassa sulla brace, capelli bianchi, mani possenti, chiacchiera con chiunque si avvicina al suo bidone, anche solo per un saluto, ma quando ad avvicinarsi è un suo compaesano che in dialetto gli chiede “jè bbòne ssa carne”, con gli occhi pieni di lacrime risponde “ma lu pahese mè se fà angore le Farchie?”.
una tavola sulla Majella dove i briganti si fermavano per riposare. Non era una tavola imbandita a festa, ma una lastra di pietra dura, di pietra della Majella.
C’era una comunità pronta a combattere gli Invasori francesi, mentre il rumore degli zoccoli ciò che segnava l’avanzata stava causando paura tra gli abitanti del villaggio, come loro li sentirono avvicinarsi. Era una sera nel 1799, una di quelle notti in cui solo il il miracolo di un santo potrebbe salvare i borghi abruzzesi riparato lungo la valle del fiume Foro.
una masseria, luogo di sosta per pellegrini e transumanti. Tra questi il pastore Gennarino. Il suo arrivo era sempre anticipato da una nube di polvere. Si sentiva prima il rumore delle campanelle, poi il belato delle pecore. La moglie del mezzadro gli preparava un giaciglio riparato per la notte e l’indomani, per ringraziarla, il pastore lasciava sempre della lana, del latte o del formaggio. L’ultima volta lasciò anche la sua mantella, ancora oggi conservata qualora dovesse ripassare.
Un pittore del verismo abruzzese rimasto incantato dalla sensualità di una donna in fuga da bramosi sguardi di pastori indiscreti. Il suo volto, semicoperto da uno scialle color vinaccia, era illuminato da singolari orecchini lunari.
Per nulla banale e scontato. Ottimo nella beva da solo e in abbinamento.
Esplora l’affascinante Mondo dei Vini Abruzzesi
L’Abruzzo è una regione italiana ricca di tradizioni enologiche, paesaggi mozzafiato e vini di qualità. Questo territorio è un vero e proprio paradiso per gli amanti del vino, che possono assaggiare alcune delle varietà più pregiate del nostro Paese.
Cosa rende unico il vino abruzzese?
I vini abruzzesi sono caratterizzati da una grande varietà di sapori e aromi, a seconda dei vitigni utilizzati per produrli. In generale, si tratta di vini con un profilo aromatico complesso, che combina note di frutta matura, spezie, erbe aromatiche, mineralità e affinamento in legno. La maggior parte dei vini abruzzesi è forte, secco e con un buon potere di invecchiamento, anche se ci sono anche versioni più morbide e più giovani.
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Quali sono i vitigni più diffusi in Abruzzo?
I vitigni principali utilizzati per produrre i vini abruzzesi sono Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina e Cerasuolo. Il Montepulciano è uno dei vitigni più famosi, e viene utilizzato per produrre vini di grande qualità, con tannini forti e profumi di frutta matura. Il Trebbiano è un altro vitigno popolare in Abruzzo, e viene utilizzato per produrre vini di buona qualità, con sentori di frutta, erbe e spezie. Il Pecorino è un vitigno aromatico e fruttato, usato per produrre vini bianchi leggeri e freschi. La Passerina è un vitigno aromatico, che produce vini bianchi con note di frutta e floreali. Infine, il Cerasuolo è un vitigno rosso, che produce vini con note fruttate e speziate.
Quali sono i vini abruzzesi più famosi?
I vini abruzzesi più famosi sono Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo e Pecorino. Il Montepulciano d’Abruzzo è un vino rosso ricco di tannini, con sentori di frutta matura e spezie. Il Trebbiano d’Abruzzo è un vino bianco leggero e fresco, con note floreali e fruttate. Il Cerasuolo d’Abruzzo è un vino rosato dal profilo aromatico complesso, con sentori di frutta, erbe e spezie. Il Pecorino è un vino bianco aromatico e fruttato, con note di mela, pera e fiori.
Dove si possono acquistare i vini abruzzesi?
I vini abruzzesi possono essere acquistati presso rivenditori specializzati, enoteche, negozi di alimentari, supermercati e molti altri negozi. Inoltre, è possibile acquistare vini abruzzesi anche online, sui siti di alcune cantine e siti di e-commerce specializzati.
Come conservare correttamente i vini abruzzesi?
Per conservare correttamente i vini abruzzesi, è importante mantenerli a una temperatura di circa 12-14°C. Inoltre, è importante che la temperatura rimanga costante, quindi è consigliabile evitare di esporre i vini a fonti di calore diretto o a forti variazioni di temperatura. Infine, i vini abruzzesi devono essere conservati al buio, lontano da fonti di luce diretta.
Come abbinare i vini abruzzesi?
I vini abruzzesi possono essere abbinati a diversi piatti, a seconda della loro tipologia. I Montepulciano d’Abruzzo e i Cerasuolo d’Abruzzo si abbinano bene a piatti a base di carne, come arrosti o stufati. I Trebbiano d’Abruzzo e i Pecorino sono perfetti per accompagnare piatti a base di pesce, come sarde alla griglia o insalate di mare.
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I vini abruzzesi sono vini di grande qualità, con una grande varietà di sapori e aromi. In questo articolo abbiamo esplorato l’affascinante mondo dei vini abruzzesi, rispondendo alle domande più frequenti degli appassionati. Se sei interessato a scoprire di più sui vini abruzzesi, non esitare a visitare le cantine locali o a fare un tour enologico per conoscere meglio questa regione.
