In tutto il territorio Abruzzese, il mese di Agosto è il periodo che tutte le famiglie associano ”ai pomodori“ perché la tradizione vuole che si produca in casa la passata di pomodoro: avvenga cioè la trasformazione dei pomodori in “ buttije“, che in dialetto abruzzese sta a significare le “bottiglie“ di vetro utilizzate per conservare la passata di pomodoro. Il pomodoro in Abruzzo è coltivato su tutto il territorio, nelle zone collinari e lungo le coste, nelle immense distese pianeggianti e negli appezzamenti ricavati in zone di montagna: praticamente ogni orto ha una zona riservata alla coltivazione del pomodoro. La pianta raggiunge circa i 2 metri di altezza, sostenuta da appositi tutori, quali canne o sottili pali legati insieme la produzione inizia a giugno e si protrae fino a settembre, dando frutti molto polposi. La ridotta presenza di semi e l’abbondante polpa lo rendono ideale per la passata, conferendole un gusto tipicamente dolce e vellutato: la salsa si ottiene “spremendo“ i pomodori, dopo averli lavati e scottati in acqua bollente, spellati e aver separato la polpa dai semi. Si “imbottiglia“ la passata ottenuta, si “tappano“ le bottiglie e si immergono in acqua in un enorme calderone, detto “lu callare“, portandolo a ebollizione. Si lasciano riposare le bottiglie tutta la notte e solo all’indomani si tolgono dal calderone, pronte per arricchire la tavola e la dispensa delle laboriose, stanche massaie.