Vino rosso rubino, intenso e impenetrabile, con riflessi granati e vivaci in evoluzione. Archetti fitti e regolari di bella consistenza. Al naso è intenso con note di frutta rossa come ciliegia sotto spirito, lampone, more mature. Sono evidenti spezie dolci di liquirizia, vaniglia con note di cacao tostato. Sul finire note balsamiche dolci. In bocca è caldo, di buona intensità con note sapide e tannino in giusta evoluzione.
Il nostro primo ettaro, quello da cui la storia del Pecorino ha avuto inizio. Il primo genitore del Colle Vecchio è oggi dedicato a Guido Cocci Grifoni e alla bottiglia che porta il suo nome. È la nostra più recente declinazione del Pecorino, un vino realizzato in pochi esemplari numerati, a memoria del chi, del dove e del quando. E non per osannare o glorificare il passato, ma per fotografare un momento dei nostri trascorsi che è divenuto presente e futuro. Usare descrittori oggi, per un vino che avrà una vita più che decennale, pare quasi fuori luogo. Solo qualche nota quindi, per dare un riferimento, una traccia delle sue prime, giovanissime espressioni. Tra i nostri bianchi è sicuramente il più pieno, il più salino, il più presente e il più morbido. Apre su note di mela matura per spostarsi poi su fiori gialli intensi e carnosi. Le erbe aromatiche si fanno avanti con decisione portando a corredo un affascinante profumo di anice stellato.
Il nostro primo ettaro, quello da cui la storia del Pecorino ha avuto inizio. Il primo genitore del Colle Vecchio è oggi dedicato a Guido Cocci Grifoni e alla bottiglia che porta il suo nome. È la nostra più recente declinazione del Pecorino, un vino realizzato in pochi esemplari numerati, a memoria del chi, del dove e del quando. E non per osannare o glorificare il passato, ma per fotografare un momento dei nostri trascorsi che è divenuto presente e futuro. Usare descrittori oggi, per un vino che avrà una vita più che decennale, pare quasi fuori luogo. Solo qualche nota quindi, per dare un riferimento, una traccia delle sue prime, giovanissime espressioni. Tra i nostri bianchi è sicuramente il più pieno, il più salino, il più presente e il più morbido. Apre su note di mela matura per spostarsi poi su fiori gialli intensi e carnosi. Le erbe aromatiche si fanno avanti con decisione portando a corredo un affascinante profumo di anice stellato.
Una pietra miliare delle nostre colline tornata alla luce grazie allo spirito d’avventura di Guido Cocci Grifoni. Qualcuno si chiede chi abbia assunto il comando. Noi nelle scelte di vinificazione, lui nell’espressione della sua natura. Né l’uno né l’altro. Abbiamo ascoltato e sviscerato le sue intenzioni per anni, rispettando e assecondando la sua natura e le sue inclinazioni perché divenisse ciò che lui voleva essere. Ed oggi è un vino secco, intrepido, dall’acidità impattante, pieno e morbido. Fruttato di pera matura, vira su note floreali di mughetto e ginestra per poi tornare al frutto, stavolta tropicale, come il mango. La freschezza si manifesta con accenti di lemon grass e salvia da gustare per anni.
Una pietra miliare delle nostre colline tornata alla luce grazie allo spirito d’avventura di Guido Cocci Grifoni. Qualcuno si chiede chi abbia assunto il comando. Noi nelle scelte di vinificazione, lui nell’espressione della sua natura. Né l’uno né l’altro. Abbiamo ascoltato e sviscerato le sue intenzioni per anni, rispettando e assecondando la sua natura e le sue inclinazioni perché divenisse ciò che lui voleva essere. Ed oggi è un vino secco, intrepido, dall’acidità impattante, pieno e morbido. Fruttato di pera matura, vira su note floreali di mughetto e ginestra per poi tornare al frutto, stavolta tropicale, come il mango. La freschezza si manifesta con accenti di lemon grass e salvia da gustare per anni.
Il Falerio Pecorino narra una storia che viene dal passato. Un blend che, nella nostra bottiglia, vede il Trebbiano ingentilire la potenza del Pecorino per un bicchiere adatto ai momenti più spensierati della giornata, compresi quelli a tavola. Fruttato di pera, si sposta su sensazioni floreali che riportano al gelsomino, tornando poi al frutto con verdi note di kiwi e sensazioni rotonde di passion fruit. Il sorso sincero e scalpitante di Pecorino si distende sui ricordi di fiori di campo propri del Trebbiano che lo accompagna in questa bottiglia.
Conosciuta per la sua generosità nel produrre frutti, la Passerina ha sempre dissetato un gran numero di persone. Oggi conosciamo le sue esigenze e sappiamo farle esprimere il suo potenziale effettivo. Essa è infatti capace di raccontare un bouquet floreale di rara freschezza. Noi la proponiamo nella sua versione ferma, dalle uve della Tenuta San Basso, carica di fiori di maggio e arrotondata da frutti maturi. L’apertura è agrumata di cedro, ma non tardano a manifestarsi fiori di tiglio e di camomilla freschissima. Questo ultimo profumo si ripete vendemmia dopo vendemmia donando un tratto riconoscibile alla nostra Passerina, evidentemente definita dai nostri terreni. Il sorso si gonfia di prugna gialla matura e mela rosa, donando pienezza al carattere freschissimo di questo vino.
Il vino delle nostre campagne, il vino della nostra tradizione contadina, il vino della mezzadria. Allora non si parlava di blend, il vino non si produceva per essere venduto, ma per essere bevuto. Lo scopo era uno solo. Portare a tavola ogni giorno una bella bottiglia di vino rosso. Ogni famiglia sceglieva se e quanto tempo lasciarlo nelle botti ma una cosa era certa, in quelle botti c’erano due vitigni: il Montepulciano e il Sangiovese. Oggi come allora, riproponiamo quel connubio di due vitigni insieme da sempre. Dall’indole esuberante, questo vino racconta di un panorama che si colora di toni brillanti. Lamponi, ciclamini, marasche. Sorprende in chiusura un tocco agrumato di chinotto che rinfresca e invita a riempire i calici.
L’ultimo nato in cantina, divenuto subito popolare. Dobbiamo l’eccezionale successo di questa etichetta non solo alla notorietà del vitigno, ma soprattutto alla versatilità del vino che abbiamo ottenuto. È un vino che trova molteplici occasioni per esprimersi giacché capace di donare grandi soddisfazioni sia come aperitivo che a tutto pasto. Dai fiori di pesco si sposta su fragoline di bosco per arrivare a burrose note di corbezzolo affilate da ricordi precisi di pompelmo rosa. Secco e morbido, dal lungo finale fruttato, è soave come la brezza estiva dei più rosei tramonti.
Nei pressi della nostra cantina sorgeva, intorno al XII secolo, un’antica villa conosciuta come “il castellare de Ylice”. Probabilmente il nome era da ricondursi al termine latino ilex (Leccio), una particolare varietà di quercia molto diffusa nel nostro territorio. Ad oggi di questa storica villa non è rimasta traccia, ma la passione ed il rispetto che nutriamo per il nostro territorio ci ha spinti a tramandare il nome di quell’antica presenza.
Vino Rosso Novello delle Marche della cantina Velenosi. Al palato è di corpo leggero, beverino e scorrevole, con un gusto rinfrescante e fruttato.
Il“Brecciarolo” Rosso Piceno Superiore viene realizzato dalla cantina Velenosi partendo da un 70% di Montepulciano a cui si aggiunge un 30% di Sangiovese. Le viti di queste due varietà crescono nei vigneti situati nei pressi dei comuni di Offida e Ascoli Piceno, a circa 200-300 metri sul livello del mare.
Va consumato entro l'inverno successivo alla vendemmia per apprezzarne le doti giovanili. Temperatura di servizio 16-17°C. Accostamenti gastronomici: salumi, antipasti, primi piatti, eccelle con le caldarroste e gli altri tipici piatti autunnali.
Il Rosso Piceno Superiore “Solestà Solimando” è un vino rosso color rubino con riflessi rosso granato. Intenso e complesso, all’olfatto note di frutti rossi in confettura e note speziate di tabacco, liquirizia e cannella. Di buona struttura, complesso e armonico, di grande persistenza su toni speziati e fruttati.
Il lacrima è un vitigno molto particolare, coltivato solo nel terroir circostante al comune di Morro d’Alba. Si narra che addirittura Federico Barbarossa lo apprezzò nel lontano 1167 d.C., quando si stanziò in questi territori per dare l’assalto alla vicina Ancona. Un’uva fortemente radicata, che l’azienda Marotti Campi ama declinare in due versioni: in particolare questa Lacrima Superiore DOC “Orgiolo” si distingue per il pregiato bouquet olfattivo, che, unito a una beva estremamente piacevole, rende questa bottiglia davvero notevole.
Nei pressi della nostra cantina sorgeva, intorno al XII secolo, un’antica villa conosciuta come “il castellare de Ylice”. Probabilmente il nome era da ricondursi al termine latino ilex (Leccio), una particolare varietà di quercia molto diffusa nel nostro territorio. Ad oggi di questa storica villa non è rimasta traccia, ma la passione ed il rispetto che nutriamo per il nostro territorio ci ha spinti a tramandare il nome di quell’antica presenza.
Di tonalità giallo paglierino con evidenti riflessi verdognoli, è percorso da eccellente luminosità.Il bagaglio olfattivo risulta intensamente profumato, spiccando in particolar modo sensazioni fragranti, floreali e fruttate. Si percepiscono note di acacia e rosa gialla, pesca a polpa bianca ed un netto aroma di mandorla, tipico del vitigno Verdicchio. In chiusura un leggero toccovegetale. Il sapore si distingue per la complessità degli aromi, la persistenza e soprattutto per l’importante timbro sapido che determinerà durevolezza ed eleganza nella capacità evolutiva; nel finale, fresco ed avvolgente, emerge un piacevole sentore agrumato.
Nei pressi della nostra cantina sorgeva, intorno al XII secolo, un’antica villa conosciuta come “il castellare de Ylice”. Probabilmente il nome era da ricondursi al termine latino ilex (Leccio), una particolare varietà di quercia molto diffusa nel nostro territorio. Ad oggi di questa storica villa non è rimasta traccia, ma la passione ed il rispetto che nutriamo per il nostro territorio ci ha spinti a tramandare il nome di quell’antica presenza.
Denominazione Vini delle Marche: una guida completa
Se sei un appassionato di vino e ti piace scoprire nuovi sapori e produzioni, non puoi perderti la denominazione vini delle Marche. Questa regione, situata nel centro dell'Italia, è famosa per la sua produzione di vini pregiati, caratterizzati da un gusto intenso e dalla tipica tradizione italiana.
In questo articolo, esploreremo le varie denominazioni dei vini delle Marche, le loro caratteristiche e come degustarli al meglio. Scoprirai inoltre i segreti dietro la loro produzione e i luoghi migliori dove trovarli.
Introduzione alle denominazioni dei vini delle Marche
Le Marche sono una regione molto produttiva in termini di vino, grazie alla sua posizione geografica e al clima favorevole. I vitigni tipici delle Marche sono il Verdicchio, il Montepulciano e la Vernaccia Nera, ma la regione produce anche altri tipi di uva.
La denominazione dei vini delle Marche si divide in quattro categorie principali:
DOC
La denominazione di origine controllata (DOC) si riferisce a una produzione di vino specifica, che deve seguire delle regole precise per poter ottenere il riconoscimento. Nelle Marche, ci sono otto denominazioni DOC:
- Verdicchio dei Castelli di Jesi: uno dei vini bianchi più famosi delle Marche, ottenuto dalle uve Verdicchio. Ha un colore giallo paglierino e un gusto fresco e fruttato.
- Verdicchio di Matelica: un altro vino bianco ottenuto dalle uve Verdicchio, ma prodotto nella zona di Matelica. Ha un gusto più secco e una maggiore acidità rispetto al Verdicchio dei Castelli di Jesi.
- Bianchello del Metauro: un vino bianco ottenuto dalle uve Biancame e Trebbiano. Ha un gusto secco e un aroma delicato.
- Lacrima di Morro d'Alba: un vino rosso ottenuto dalle uve Lacrima. Ha un gusto morbido e un aroma intenso.
- Rosso Piceno: un vino rosso ottenuto dalle uve Montepulciano e Sangiovese. Ha un gusto fruttato e tannico.
- Rosso Piceno Superiore: una versione più pregiata del Rosso Piceno, che deve essere invecchiato per almeno due anni prima della vendita.
- Conero: un vino rosso ottenuto dalle uve Montepulciano, prodotto nella zona del Monte Conero. Ha un gusto corposo e tannico.
- Offida: una denominazione DOCG per il Rosso Piceno Superiore e il Pecorino, un vino bianco ottenuto dalle uve omonime.
DOCG
La denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) è la massima espressione di qualità per i vini italiani. Nelle Marche, ci sono due denominazioni DOCG:
- Verdicchio di Matelica Riserva: una versione invecchiata del Verdicchio di Matelica, che deve essere invecchiata per almeno due anni prima della vendita. Ha un gusto intenso e una maggiore complessità rispetto al Verdicchio di Matelica.
- Rosso Conero Riserva: una versione invecchiata del Conero, che deve essere invecchiata per almeno tre anni prima della vendita. Ha un gusto intenso e complesso, con note di frutti di bosco e spezie.
IGT
Le indicazioni geografiche tipiche (IGT) si riferiscono a vini prodotti in una specifica zona geografica, ma non seguono le regole precise delle denominazioni DOC o DOCG. Nelle Marche, ci sono due IGT:
- Marche: un'IGT che copre l'intera regione delle Marche, utilizzata per i vini prodotti fuori dalle denominazioni DOC o DOCG.
- Rubicone: un'IGT che copre una zona vicina al fiume Rubicone, utilizzata per i vini prodotti con uve non tradizionali.
I segreti dietro la produzione dei vini delle Marche
La produzione dei vini delle Marche è caratterizzata da una grande attenzione alla qualità e alla tradizione. Gli agricoltori locali utilizzano tecniche di coltivazione sostenibili e rispettano le normative ambientali.
Inoltre, la produzione dei vini delle Marche si avvale di tecniche innovative, come l'utilizzo di macchinari moderni per la vinificazione e il controllo della temperatura durante la fermentazione.
Come degustare i vini delle Marche al meglio
Per apprezzare appieno i vini delle Marche, è importante seguirne le fasi di degustazione. Inizialmente, è necessario osservare il colore del vino, il suo profumo e il suo gusto. Successivamente, è possibile apprezzare il suo sapore e la sua consistenza.
È importante degustare i vini delle Marche accompagnandoli con cibi della tradizione locale, come formaggi, salumi e pesci.
I luoghi migliori dove trovare i vini delle Marche
I vini delle Marche possono essere trovati nei migliori ristoranti italiani e nei negozi specializzati in vini pregiati. Tuttavia, per apprezzare appieno la produzione locale, è consigliabile visitare le cantine della regione e partecipare alle degustazioni organizzate dagli agricoltori locali.
Ci sono molte cantine famose nelle Marche, ognuna con la propria storia e produzione di vino unica. Alcune delle cantine più famose delle Marche includono:
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Umani Ronchi: fondata nel 1957, questa cantina produce alcuni dei vini più famosi delle Marche, tra cui il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Rosso Conero.
- Velenosi Vini – Azienda Vitivinicola Ascoli Piceno: Il vino è un'arte capace di far sognare. Ispirata a creare un'armonia tra gusto e colore nasce, nel 1984, la Cantina Velenosi. Ercole ed Angela Velenosi,
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Fazi Battaglia: situata nella zona di Matelica, questa cantina produce vini pregiati come il Verdicchio di Matelica e il Pecorino.
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La Monacesca: questa cantina è specializzata nella produzione di Verdicchio di Matelica Riserva, uno dei vini bianchi più pregiati delle Marche.
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Moroder: situata nella zona di Jesi, questa cantina produce vini bianchi come il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Verdicchio di Matelica, ma anche vini rossi come il Rosso Piceno.
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Saladini Pilastri: questa cantina produce vini di alta qualità come il Rosso Piceno Superiore e il Pecorino.
Ovviamente, queste non sono le uniche cantine delle Marche che producono vini pregiati. Ci sono molte altre cantine della regione che meritano di essere scoperte e apprezzate per la loro produzione di vini pregiati e di alta qualità.
Mapa
La denominazione vini delle Marche rappresenta una delle produzioni vinicole italiane più apprezzate al mondo. Grazie alla sua attenzione alla qualità e alla tradizione, la regione delle Marche offre una vasta gamma di vini pregiati, caratterizzati da un gusto intenso e dalla tipica tradizione italiana.
FAQs
Quali sono le denominazioni DOC delle Marche?
Le denominazioni DOC delle Marche sono otto: Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica, Bianchello del Metauro, Lacrima di Morro d'Alba, Rosso Piceno, Rosso Piceno Superiore, Conero e Offida.
Quali sono le denominazioni DOCG delle Marche?
Le denominazioni DOCG delle Marche sono Verdicchio di Matelica Riserva e Rosso Conero Riserva.
Quali sono i vitigni tipici delle Marche?
I vitigni tipici delle Marche sono il Verdicchio, il Montepulciano e la Vernaccia Nera.
Dove posso trovare i vini delle Marche?
I vini delle Marche possono essere trovati nei migliori ristoranti italiani e nei negozi specializzati in vini pregiati. Tuttavia, è consigliabile visitare le cantine della regione per apprezzare appieno la produzione locale.
Quali sono i cibi da accompagnare ai vini delle Marche?
I vini delle Marche si accompagnano bene con cibi della tradizione locale, come formaggi, salumi e pesci.
Speriamo che questa guida completa sulla denominazione vini delle Marche ti abbia fornito le informazioni necessarie per scoprire le produzioni vinicole di questa regione. Degusta i vini delle Marche e lasciati conquistare dai loro sapori intensi e dalla loro tipica tradizione italiana
