Cantina Orsogna
La storia e la passione per il territorio sono gli ingredienti che hanno dato forza al progetto Cantina Orsogna 1964. Siamo pionieri per natura 🍇
Tutti i vini sono affinati in legno, in botti di diverse dimesioni a seconda della tipologia di vino. Il Trebbiano affina in tonneau, il Cerasuolo in botti da 25 ettolitri mentre il Montepulciano in botti da 50. Trebbiano e Cerasuolo affinano per minimo una anno in botte e poi in bottiglia fino a quando saranno pronti. Il Montepulciano ha un affinamento più lungo di minimo due anni in botte e, poi, ancora in bottiglia fino a maturità.
AL FILO D’ERBA AL FILO DI LANA
Il filo di lana sulle bottiglie di vino Lunaria Ancestrale racconta l’importanza di un meraviglioso animale: la pecora.
Cantina Orsogna con il vello delle proprie pecore produce il filo di lana che utilizza nella legature delle bottiglie Lunaria Ancestrale.
Il progetto biodinamico Lunaria Ancestrale basato sui principi dell’economia circolare utilizza il filo di lana allo scopo di rivalutare questo pregiato materiale. Un tempo erano considerati tesori inestimabili, oggi i manti di lana non valgono nulla e finiscono nelle discariche ecologiche. La lana è una fibra naturale di alta qualità che può essere indossata a lungo e inoltre, alla fine della sua lunga vita, è biodegradabile.
CANTINA ORSOGNA: LE PECORE IN VIGNA
La coltivazione dei nostri vigneti è in sintonia con la natura, la terra e gli uomini. Attuata con modalità che promuovono la fertilità e la vitalità del terreno. I nostri soci biologici e biodinamici mettono a disposizione i vigneti per il pascolamento invernale delle morre (greggi in italiano) provenienti dalle nostre stalle e dai pastori della Maiella. I rigidi inverni delle montagne abruzzesi e le caldi estati della pianura, obbligano i pastori a spostare le greggi stagionalmente. Così le pecore possono trovare, in ogni momento dell’anno, il luogo più adatto per alimentarsi e produrre lana, latte e carni di qualità. Una pratica antica che iniziava in autunno (ritualmente il 29 settembre, giorno dedicato a San Michele, protettore dei pastori) e il ritorno in montagna coincideva con l’inizio dell’estate. Circa 3.000 pecore annualmente pascolano nei nostri vigneti.
LA PECORA E LA FERTILITÀ DEL SUOLO
La terra non è un substrato “inerte”, ma un vero e proprio organismo vivente in grado di assimilare, metabolizzare e trasformare gli elementi presenti in natura e restituirli sotto forma di molecole nutritive complesse uniche ed insostituibili. Gli ovini durante il pascolamento trasformano la biomassa vegetale (erba)in concime organico (sterco ovino) che migliora la fertilità del suolo e la sua vita macro e micro-biologica aumentando la fertilità, l'assorbimento dei nutrienti e la resistenza ai patogeni.
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